Decollano negli Stati Uniti, in Europa e in Asia. L’ecosistema dell’innovazione a livello internazionale continua a sfornare diversi esempi di startup e scaleup che sfidano il mondo dell’aeronautica mainstream, per innescare una rivoluzione dei trasporti ad alta quota. Droni, taxi volanti, auto volanti, comunque li si chiami questi mezzi sono sempre elettrici e gli ingegneri e Founder che lavorano da terra puntano a farne una delle pedine della mobilità del futuro. «Le persone potrebbero voler vivere di più in campagna, andando in ufficio magari una sola volta alla settimana. Abbiamo un’enorme opportunità di accorciare questo tragitto: un viaggio di due ore in treno potrebbe durare solo 20 minuti in aereo». Parlava così la scorsa estate il CEO di Lilium, Remo Gerber, dopo che la startup tedesca aveva appena ricevuto un finanziamento da 35 milioni di dollari da diversi soggetti internazionali, tra cui anche Baillie Gifford, che vanta investimenti in giganti come la SpaceX di Elon Musk. 

Di urban air mobility se ne parlerà anche al City Vision Smart Mobility Forum grazie alla testimonianza di Walle, startup che vuole lanciare il primo servizio di taxi volanti in Italia. Clicca qui per iscriverti.

Questa nuova mobilità tech era stata presentata anche all’ultimo CES di Las Vegas, a un anno dallo scoppio pandemia che sembra aver accelerato le innovazioni nel mondo dei trasporti. Infatti lo scorso agosto SkyDrive, azienda giapponese fondata nel 2012, aveva testato con successo la sua auto volante, e l’amministratore delegato Tomohiro Fukuzawa ha espresso l’intenzione di vendere i primi modelli entro il 2023. «Vogliamo realizzare una società in cui le auto volanti sono un mezzo di trasporto accessibile e conveniente nei cieli», le sue parole.

Il prototipo SkyDrive

Florida: dieci vertiporti nei prossimi anni

Se la tecnologia sembra dunque pronta a fare il grande salto in avanti verso la commercializzazione, l’altra esigenza per accogliere questa evoluzione dei trasporti aerei è quella di mettere a terra strutture adeguate al decollo verticale dei mezzi. I vertiporti, questo il nome tecnico, al momento sono poco più che rendering, ma i progetti potrebbero presto concretizzarsi. In Florida il progetto è di costruirne dieci nei prossimi anni, per servire 140 milioni di passeggeri che potrebbero muoversi con maggior comodità nel Sunshine State.

Sempre negli USA potrebbe però essere Los Angeles la prima città a inaugurare questi snodi per taxi volanti. Come si legge su Tech Crunch, la startup Archer Aviation si è fissata l’obiettivo di inaugurare un network di vertiporti entro il 2024. E in questo cantiere tech l’azienda non è sola: alcuni mesi fa è stata infatti siglata la Urban Air Mobility Partnership, accordo che ha messo insieme le forze del Los Angeles Department of Transportation e dell’Urban Movement Labs per fare della città californiana un punto di riferimento in questo ambito dei trasporti aerei.

A Torino il primo Vertiporto italiano nel 2024

Ed è sempre la Archer Aviation ad avere stretto un accordo con Fiat-Chrysler per avviare una collaborazione nella quale la startup beneficerà di know how e strutture per velocizzare la produzione dei suoi droni in grado di trasportare passeggeri. Al momento non è ancora chiaro se il Lingotto evolverà questa partnership con un investimento, entrando così nella mobilità aerea. Come per il caso di SkyDrive, il 2023 sembra essere l’anno buono per lanciare anche i veicoli di Archer Aviation. Giusto in tempo per decollare dal primo vertiporto italiano, a Torino: si chiamerà SkyGate e sarà il frutto della collaborazione tra la holding Always e la partecipata DigiSky. All’interno di questo hub – da inaugurare nel 2024 – ci sarà spazio anche per il lancio di un acceleratore dedicato all’innovazione tecnologica nel settore dell’urban air mobility.

Alessandro Di Stefano

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