Quasi 22 miliardi di visite mensili ai siti di ecommerce di tutto il mondo; il supermercato è il settore del retail più rivoluzionato dallo choc pandemia, che ha costretto milioni di persone a rimanere a casa e a trovare nuove soluzioni per acquistare beni e prodotti di prima necessità; i guanti riutilizzabili sono stati il prodotto che ha impennato di più nelle vendite ecommerce negli Stati Uniti. Informazioni e dati simili provengono da Statista e aiutano a inquadrare un fenomeno accelerato dalla pandemia, che ha spinto corporate, Big tech e anche piccole imprese sulla strada della digitalizzazione e della trasformazione. Da anni giganti come Amazon stanno lavorando per soddisfare i clienti con tempi di consegna sempre più ridotti e, di recente, la multinazionale di Seattle ha ottenuto il via libera per far decollare i suoi droni e partire con i test per consegnare pacchi (leggeri) e sfidare le leggi della logistica. Vale a dire portare a termine un ordine in meno di un’ora.
La spesa va anche su ruote
Esempi di consegne intelligenti, sfruttando la tecnologia, provengono da tutto il mondo. A Singapore, ad esempio, Camello è il nome di un piccolo robot a quattro ruote a guida autonoma, dotato di sensori che gli permettono di leggere l’ambiente circostante ed evitare ostacoli, messo in strada per consegnare la spesa (fino a 20 kg di capienza nel bagagliaio). Da anni test simili incuriosiscono la stampa e l’opinione pubblica più appassionata di questi temi futuristici. La pandemia ha contribuito non soltanto ad accelerare questi processi, ma a farne capire l’immediata utilità di fronte a un lockdown. Rimanendo sempre in tema consegne smart, la catena USA Domino’s Pizza ha stretto una collaborazione con la startup Nuro, fondata da due ex ingegneri di Google (e ha appena chiuso un aumento di capitale da mezzo miliardo di dollari), per consegnare la prelibatezza italiana più amata al mondo con un veicolo senza pilota.
La partita per il futuro dell’ecommerce si gioca soprattutto sulla logistica, a terra e nei cieli come abbiamo visto. Nella sfida sono presenti anche attori della grande distribuzione, come il colosso americano Walmart. Eterno rivale di Amazon, questa catena di supermercati sta testando la consegna della spesa in Arkansas usando i droni della startup Zipline. «Sappiamo – fanno sapere dall’azienda – che ci vorrà un po’ di tempo prima di vedere milioni di pacchi consegnati via drone. Sembra ancora fantascienza, ma siamo in un punto in cui stiamo imparando sempre di più sulla tecnologia disponibile e su come possiamo sfruttarla per rendere più comoda la vita».
Il futuro? Zero emissioni, locker e delivery room
Tra gli scenari futuri, con lo smart working che da misura d’emergenza diventa policy strutturale in molte aziende, è ipotizzabile che le città vedano meno traffico verso gli uffici. Ma il lavoro da casa è un ingrediente che potrebbe innescare un continuo aumento del commercio online, con tutte le conseguenze sui fiumi di camion e furgoni riversati in strada per consegnare pacchi (grossi e minuscoli) in ogni angolo del paese. Questo pone due questioni: la prima è di carattere ambientale e infatti Amazon ha già ordinato 100mila veicoli elettrici alla startup Rivian per riconvertire in ottica green la propria flotta; la seconda tocca il ruolo attivo che i consumatori potranno giocare nel cosiddetto ultimo miglio. I locker e i delivery point che iniziano a essere presenti nelle città non sono nient’altro che un invito a farsi (in parte) carico del proprio ordine, impegnandosi ad andarlo a ritirare in un punto specifico per ridurre le emissioni e il traffico.