Una piattaforma software di nome Rebecca, che custodisce oltre 200 tipi di intelligenza artificiale. MIPU, PMI italiana fondata 13 anni fa dall’ingegnere biomedico Giulia Baccarin (in foto, qui sotto), è un’azienda che ha avviato le sue attività focalizzandosi sulle tecniche predittive all’interno delle fabbriche. I sensori da una parte e i dati elaborati dall’AI dall’altra sono in grado di identificare che tipo di guasto colpirà un determinato macchinario. Il know how maturato verrà messo ora a disposizione anche delle pubbliche amministrazioni grazie all’apertura di una divisione verticale sulle smart city. «Fin dalle origini la nostra visione è stata quella di portare le tecniche predittive e l’intelligenza artificiale nelle fabbriche e nella città», ci ha spiegato Chiara Tacco, Head of Growth di MIPU. La founder di MIPU, Giulia Baccarin, sarà tra gli speaker di City Vision Talk Dati, venerdì 18 marzo, nell’appuntamento organizzato a PHYD a Milano. Cliccare qui per iscriversi.
MIPU: le attività
Prima di parlare di come MIPU intende declinare le proprie competenze nell’ambito città, è opportuno capire qual è stato il percorso di questa azienda con 60 dipendenti e 200 clienti attivi nel mondo. «Abbiamo lavorato su tre settori – ha elencato Tacco – manutenzione, monitoraggio e ottimizzazione dei consumi energetici, e intelligenza artificiale per supportare le operatività della fabbrica». Ma quali sono gli esempi concreti di applicazione delle tecniche predittive in un ambiente di lavoro? «Ci si può muovere attraverso tecniche di campo, come ad esempio l’analisi vibrazionale, usando strumenti diagnostici come sensori: posti sui macchinari, rilevano eventuali rotture meccaniche ed elettriche in anticipo anche di cinque mesi».
Non si tratta di ottenere un’informazione sulla rottura o meno di un macchinario. Il valore aggiunto sta nel tipo di guasto individuato per tempo e nella possibilità di evitare fermi macchina imprevisti. «Altrimenti c’è la manutenzione predittiva legata ai dati e all’intelligenza artificiale – ha aggiunto Tacco -. L’AI, lavorando sullo storico di dati, riesce a predire con un anticipo di sei mesi le eventuali esigenze di manutenzione». Un bagaglio di informazioni e conoscenza che ciascuna impresa – MIPU è cross industry: dal pharma al fashion – può utilizzare per fare migliori investimenti e prevenire danni peggiori.
Smart city: dall’acqua all’edilizia
Nei prossimi anni il focus di MIPU si amplierà anche alle smart city, come accennato, per consentire alle PA di agire meglio su vari tipi di asset. Che siano essi infrastrutturali o nel campo edilizio. «Andiamo a coprire quattro ambiti principali – ha spiegato Tacco (in foto, qui sotto): gestione del patrimonio, acqua, efficientamento della fornitura energetica, e gestione rifiuti. Attraverso la tecnologia puntiamo ad ottimizzare l’utilizzo delle risorse, ad analizzare l’integrità strutturale degli edifici o dei ponti, a migliorare la mobilità e i servizi per i cittadini. Per quanto riguarda l’aspetto idrico, siamo tutti a conoscenza degli sprechi e delle dispersioni di acqua e per questo Mipu Smart City si è impegnata nello sviluppo di diverse Intelligenze volte a ridurne l’impatto ». La rete è infatti piena di falle: il 40% dell’oro blu viene disperso per problemi all’infrastruttura.
Con City Vision – ricordiamo l’appuntamento di City Vision Talk Dati il 18 marzo – l’obiettivo è quello di favorire l’incontro tra le PA e le tante soluzioni disponibili sul mercato. «Sull’intelligenza artificiale molto spesso percepiamo il timore dei comuni di non avere abbastanza dati a disposizione. In realtà – ha concluso Tacco – i dati sono spesso più che sufficienti per intraprendere progetti ad alto valore aggiunto. Con la nuova divisione, infatti, vogliamo accompagnare le PA in percorsi di trasformazione che le rendano connesse, predittive e sostenibili, ottenendo un impatto positivo sui cittadini e sull’ambiente».