Nel 2021 sono state vendute in tutta Europa oltre 22 milioni di biciclette, tra tradizionali e a pedalata assistita. Si tratta di un numero mai toccato prima nel Vecchio Continente. Il dato è stato pubblicato da CONEBI, Confederation of the European Bicycle Industry, che dal 2000 raccoglie informazioni sul mercato delle due ruote. Gli ultimi anni, soprattutto in Italia, sono stati di grande crescita per il settore: sulla spinta del bonus mobilità da 500 euro tanto voluto dall’ex ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, nel 2020 in Italia sono state acquistate più di 2 milioni di bici; nel 2021, senza alcun incentivo, il mercato è rimasto sostanzialmente stabile (-2%), segno che c’è comunque una forte voglia di mobilità sostenibile a prescindere dai bonus. In attesa dei dati sul 2022, che porta con sè i problemi dell’inflazione, della fiducia e della carenza di materiali, vediamo alcune cifre del mercato bici.

A spingere le vendite del 2021 sono state soprattutto le ebike: 5 milioni i nuovi modelli in circolazione. Da anni la mobilità elettrica sta gradualmente cambiando il volto delle città e dei centri storici. Grazie ai servizi in sharing e a un nuovo pendolarismo, sempre più persone in Europa hanno scelto un mezzo di trasporto comodo ed ecologico, in alcuni casi acquistandolo in sostituzione della seconda auto. I dati di CONEBI riferiscono che, complessivamente, le vendite di biciclette nel 2021 ha registrato un giro d’affari da 19,7 miliardi di euro (+7,5% rispetto al 2020). Come si legge su Bike-Europe, magazine di settore attento agli attori produttivi, un recente studio di Deloitte ha confermato che il trend dell’elettrico continuerà a rappresentare una fetta crescente nelle vendite.

Il mercato bici, però, è ancora lontano dall’essere autonomo se guardiamo alla produzione e alla filiera. L’Europa, per dirla altrimenti, dipende ancora molto dall’estero per quanto riguarda componenti e non solo (e ovviamente il discorso si allarga a mille altri ambiti oltre a quello delle bici). Una delle soluzioni su cui si sta lavorando è il reshoring: l’obiettivo a lungo termine è portare la produzione di bici il più possibile vicina all’Europa, per ridurre i rischi in caso di crisi come quelle che stiamo vivendo. «Il reshoring è in atto e le ben note interruzioni della supply chain stanno innescando una nuova ondata di industrializzazione in Europa – ha sottolineato Erhard Büchel, Presidente di CONEBI – è un processo che richiederà tempo, ma rappresenta un’opportunità unica per l’ecosistema industriale europeo di crescere in modo sostenibile nel lungo periodo. Una produzione più locale, a partire dalla produzione di parti di biciclette, e la vicinanza al consumatore sono una parte essenziale della transizione».

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