L’uomo più ricco del mondo, Elon Musk, ha accumulato parte della propria fortuna anche grazie a Tesla, l’azienda di Palo Alto che prima di tutte investì nella mobilità elettrica quando consumatori e case automobilistiche guardavano altrove. L’imprenditore sudafricano ha guadagnato 160 miliardi di dollari negli ultimi 12 mesi, scalando la classifica del Bloomberg Billionaires Index dove ha superato Paperon de Paperoni come Bill Gates e Jeff Bezos. L’impennata è dovuta soprattutto alle ottime performance a Wall Street di Tesla, azienda più volte vicina al fallimento a inizio millennio. Tra le sfide più importanti della missione imprenditoriale di Elon Musk c’è quella della mobilità: durante un TED del 2013 ha spiegato quanto fin dai tempi dell’università la sua preoccupazione sul destino dell’umanità ruotasse attorno al settore trasporti. Nella sua visione la mobilità del futuro sarà soltanto elettrica, tranne che per i razzi lanciati in orbita.

Tesla ha chiuso il 2020 con quasi mezzo milione di vetture vendute in tutto il mondo. Non tanto se si paragona a quanto ha fatto un gruppo concorrente come Toyota nel solo primo trimestre dello scorso anno: 4,16 milioni di auto vendute a livello globale. Si potrebbe dunque pensare che Tesla, che a marzo scorso ha festeggiato la milionesima automobile elettrica prodotta, stia inseguendo i giganti. E invece l’azienda di Musk ha superato proprio la casa automobilistica nipponica, divenendo in luglio il marchio dell’automotive con più valore al mondo.

«I primi a notare i risultati ottenuti da Tesla sono stati i tecnofili della Silicon Valley – scrive Ashlee Vance nella biografia di Elon Musk – Tesla aveva bisogno di quel sostegno iniziale, e ne ha ricevuto più di quanto ci si aspettasse. A un certo punto la Model S sembrava l’auto più diffusa a Palo Alto e Mountain View». A distanza di quasi vent’anni dall’avvio di questo sogno su quattro ruote, l’innovazione non viaggia soltanto su pneumatici, ma anche nelle batterie. Durante il Battery Day di qualche mese fa, Musk ha spiegato che l’intenzione dell’azienda è quella di allungare la vita delle proprie batterie. Ecco perché il business della società si sta allargando anche verso le miniere dove trovare quelle terre rare necessarie per procedere nella transizione energetica. Per far camminare le Tesla (e non solo) Musk ha già battezzato le prime Gigafactory (di cui si è parlato per la prima volta nel 2014).

«Musk parla di auto, dei pannelli solari e delle batterie con una tale passione da far quasi dimenticare che per lui sono progetti collaterali – si legge nel libro di Vance – L’obiettivo ultimo di Musk resta quello di trasformare gli umani in una specie interplanetaria». Missione della vita che cerca di portare avanti con SpaceX per portare l’uomo a fondare una colonia su Marte. Nel frattempo molto è stato fatto anche sulla Terra, dove oltre alle automobili, l’imprenditore sudafricano si interessa da anni di un mezzo pubblico visionario. Dal 2013 Hyperloop è l’idea di un treno ultraveloce che, su carta, batterebbe per costi ed efficienza l’alta velocità. Questi convogli tech, fatti viaggiare in una rete immensa di tubi sotterranei, si potrebbero spingere fino a 1300 km/h grazie alla pulsazione elettromagnetica e a motori presenti all’interno dei tunnel. I primi test con persone a bordo sono già stati condotti con successo.

Alessandro Di Stefano

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