Nei giorni scorsi si è conclusa in Puglia una serie di dimostrazioni del progetto Corus-Xuam, parte del programma Europeo Horizon 2020. L’obiettivo era testare l’impiego e l’utilità dei droni nel trasporto di materiale sanitario, per abbattere i tempi senza che per questo venga a messa a rischio la sicurezza. Il settore della logistica sta affrontando una rivoluzione, a partire dall’impiego della guida autonoma soprattutto negli Stati Uniti. Per quanto riguarda poi i droni siamo ancora in una fase embrionale e di valutazione. Eppure lo scenario che si affaccia sembra promettente per chi si occupa di salute. «Si tratta di attività che aiutano a rendere sempre più vicino l’avvento dei droni nella vita di tutti i giorni – ha commentato Giuseppe Acierno, direttore generale del Distretto Tecnologico Aerospaziale della Puglia -. L’attività sanitaria sarà tra le prime a beneficiarne». In Italia c’è una startup, ABzero, che è attiva da anni nel campo del trasporto di materiali sanitari via droni.

«Nei prossimi mesi avremo diverse sperimentazioni – ci ha spiegato Andrea Cannas, il founder – presto voleremo tra due ali dell’Ospedale San Raffaele di Milano; a Torino collegheremo due strutture sorvolando sul Po e poi saremo impegnati a Malaga e a Livorno». L’aspetto su cui l’azienda si è concentrata di più non è tanto il drone, quanto la capsula agganciata ad esso che deve contenere e mantenere al sicuro sacche di sangue, provette, campioni congelati e organi. «Tecnologicamente siamo pronti – ha precisato – e la normativa sta evolvendo abbastanza velocemente. Stiamo portando avanti tutte le richieste per poter volare secondo le norme».

Le smart city di cui ci occupiamo con City Vision hanno un focus prioritario sui progetti innovativi che possono migliorare la quotidianità delle persone (in merito vi suggeriamo la nostra intervista al sociologo Domenico De Masi). Storie come quella di ABzero e del suo impegno per quanto riguarda i droni e le capsule danno un’idea dell’evoluzione della sanità del futuro. «Di recente abbiamo fatto un calcolo del percorso nel salernitano: un viaggio in auto di oltre due ore verrebbe completato col drone in mezz’ora». Ecco allora che la velocità rappresenta uno dei fattori decisivi per investire su tecnologie simili. «Ma c’è anche un risparmio economico per l’ospedale, oltre a una maggiore sicurezza nel trasporto». Le distanza possono essere non eccessive, in ambito cittadino, anche se la startup si sta attrezzando per sondare tragitti più lunghi, fino a 100 km di distanza.

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