Oggi, lunedì 7 novembre, inizia ufficialmente la 27esima Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, la COP27. L’appuntamento si tiene in Egitto, a Sharm El Sheikh, dove grandi potenze, piccoli paesi, esperti e funzionari si incontreranno fino al 18 novembre per aggiungere un tassello all’agenda collettiva, nel tentativo di rispondere così al climate change e alle emergenze in corso in tutto il mondo, dalla siccità agli eventi meteorologici estremi sempre più frequenti, Nel paese nordafricano la parola chiave di questo evento internazionale è Loss and Damage, ovvero le perdite e i danni subiti a causa della crisi climatica che la COP27 si impegna a definire per controbilanciare. Ma le città in tutto questo che ruolo hanno?
Come ha spiegato Ugo Valenti, direttore dello Smart City Expo World Congress di Barcellona, all’ultima edizione degli Stati Generali delle città intelligenti a Padova, questo è il secolo delle città. «Oggi il 57% della popolazione mondiale abita in contesti urbani e nel 2050 sarà il 70%». Giocoforza le soluzioni alla crisi climatica dovrà provenire dalle città, megalopoli o piccole capitali che siano, dove da tempo molte amministrazioni stanno attuando piani di transizione green per abbattere le emissioni e ridurre la dipendenza dai combustibili fossili. Alla COP27 di Sharm El Sheikh ci si concentrerà senz’altro su quel che i governi possono fare, prendendosi impegni in un’ottica di cooperazione internazionale.
Alla COP26 di Glasgow del novembre 2021 i paesi avevano individuato alcuni obiettivi da portare a termine, tra i quali l’impegno a raggiungere i 100 miliardi di dollari annui per sostenere i paesi in via di sviluppo, spesso i più esposti alle conseguenze dei cambiamenti climatici. In Egitto nei prossimi giorni il dibattito su Loss and Damage riguarderà proprio questo fronte. Ma come si fa a calcolare l’impatto ambientale, ad esempio, di una inondazione? La scienza delle attribuzioni è un settore di ricerca che si sta sviluppando e viene in soccorso proprio a queste domande cruciali. Nelle precedenti conferenze COP in giro per il mondo, non era mai stato trovato un accordo su strumenti univoci e condivisi per calcolare i danni economici delle calamità attraverso meccanismi finanziari.
La COP è un appuntamento che da anni raccoglie l’interesse dell’opinione pubblica e anche della politica impegnata sul territorio. Senz’altro gli impegni presi in Egitto avranno ricadute sui governi nazionali, ma le azioni puntuali dovranno essere declinate soprattutto in ottica urbana. Se si pensa alla COP27 si pensa ai governi, ma è anche alle città che bisogna rivolgere lo sguardo, ovvero agli spazi dove le decisioni, speriamo tutti green e sostenibili, prenderanno piede.