Secondo dati elaborati da Energy & Strategy Group del Politecnico di Milano, in Italia oggi ci sono più di 20.000 colonnine di ricarica pubbliche, circa una ogni cinque auto elettriche circolanti e la rete sta crescendo in media del 56% all’anno.

Il caso italiano: regioni del sud ancora indietro

Numeri incoraggianti, che fanno presupporre che chi viaggia a bordo di un veicolo elettrico lungo lo stivale non incontri alcun problema. Ma, se si analizzano i dati più a fondo, qualche limite c’è. Il primo: l’infrastruttura è buona ma distribuita in modo poco omogeneo. Il 57% circa delle colonnine si trova nel Nord Italia, il 23% nel Centro mentre solo il 20% tra Sud e Isole. La Lombardia è la regione con più punti di ricarica e da sola possiede il 17% di tutte le installazioni, con più di 3.500 punti. Seguono nell’ordine il Piemonte con l’11%, Emilia-Romagna e Lazio col 10% a testa, Veneto e Toscana con circa il 9%. Le sei regioni complessivamente coprono il 65% del totale dei punti di ricarica in Italia.

Secondo limite: la maggior parte delle colonnine pubbliche presenti (85%) sono “normal charge” e non “fast” o “ultra fast”. Le prime, dagli 11 ai 22 KiloWatt e ci impiegano 2/4 ore per una ricarica completa, le altre hanno potenza tra i 50 e i 350 Kilowatt e ricaricano il veicolo in 15-20 minuti, quindi per i viaggi di lunga percorrenza sono fondamentali. Purtroppo oggi in Italia sono ancora circa soltanto il 15% del totale.

La distribuzione per paesi in Europa

L’ACEA denuncia il rischio che il passaggio verso l’elettrico in Europa si muova a due velocità. Un’analisi dell’associazione dei costruttori auto europea evidenzia come attualmente il 70% delle colonnine per la ricarica dei veicoli green sia situato in tre stati: Olanda (66.665 colonnine), Francia (45.751) e  Germania (44.538), che insieme rappresentano il 23% della superficie totale dell’Unione Europea. Il 77% del territorio europeo, dunque, è provvisto di soltanto il restante 30% dei punti di ricarica. L’Italia è al quarto posto ma a grande distanza dalla terza. Agli ultimi posti sono Cipro (70), Malta (96), Lituania (174), Bulgaria (194) e Grecia (275). In generale, si osserva una discrepanza tra i paesi dell’Europa occidentale e quelli dell’Europa orientale e meridionale.

Come ampliare la rete: alcuni progetti

Sono diversi operò, i progetti che le maggiori case automobilistiche stanno lanciando con le grandi utilities. Stellantis ha lanciato il Progetto Atlante: sviluppato in collaborazione con NHOA, società quotata alla Borsa di Parigi e specializzata nella produzione di energia pulita e mobilità sostenibile, punta a realizzare la più ampia rete di ricarica rapida del Sud Europa, con accesso ovviamente privilegiato per i clienti del Gruppo, ma aperto a tutti gli altri utenti. Quattro le nazioni coinvolte: ovviamente c’è l’Italia, cui si affiancano Francia, Spagna e Portogallo. EnelX e Volkswagen Group hanno siglato in Italia una joint venture finalizzata a realizzare e gestire oltre 3.000 punti di ricarica ad alta potenza fino a 350 kW ciascuno tra il 2021 e il 2025.

Giulia Cimpanelli

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